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Qualora fosse una telecronaca potremmo dire che la Super Lega ha già fatto il 2-0 sul Covid. Il giorno dell’annuncio era diventata la notizia più importante, sarebbe potuto cadere anche un asteroide sul Colosseo, ma si sarebbe continuato a parlare della Super League.
Tra ieri sera e oggi c’è stato il raddoppio. Il Manchester City ha deciso di andarsene e l’Inter avrebbe fatto trapelare all’ANSA che il progetto non è più di suo interesse.
Non solo, sempre la principale agenzia italiana riferisce che in nottata è girata una bozza di una nota ufficiale della SuperLega che recita: “La situazione attuale nel calcio europeo necessita di un cambiamento. Una nuova competizione serve perchè il sistema non funziona, la nostra proposta è pienamente conforme alle leggi. Ma alla luce delle circostanze attuali valuteremo i passi opportuni per rimodellare il progetto”.
Insomma sta accadendo quanto avevo previsto: comunque vada la Super League sarà un successo.
Intanto questa vicenda ha riacceso i riflettori sul calcio superando nettamente il covid, dall’altro mi aspetto che alla fine si troverà una soluzione che accontenterà tutti.
C’è chi ha detto che ci saranno solo perdenti da questa vicenda e invece reputo che sia proprio il contrario: ci saranno solo vincitori. Vincerà il calcio e vinceranno i tifosi.
Parlare, confrontarsi, proporre, trovare soluzioni è quello che permetterà al nuovo calcio di proseguire nel migliore dei modi.
Le nuove generazioni stanno seguendo poco il calcio giocato e chi come noi ama questo sport deve capire che un cambiamento è necessario. Lasciar il calcio fermo, significa di fatto vederlo morire nel prossimo futuro.
Sembra assurdo? No. Anche perché il calcio è uno sport relativamente nuovo. O meglio, se parliamo di calcio fiorentino è nato nel XIII secolo, ma se parliamo di calcio attuale ha poco più di 150 anni.
Il primo evento ufficiale è stato del 1863 e molte delle squadre attuali non c’erano.
La mia Fiorentina ad esempio è nata nel 1926, ha meno di 100 anni di storia, la Roma è addirittura più giovane (1927).
Ed il bello è che le origini del calcio sono proprio fiorentine.
Il calcio del 1863 era molto diverso da quello attuale. Anche il calcio prima dell’arrivo delle televisioni era diverso da questo. Anche il calcio di 10 anni fa era diverso da questo. Insomma, se c’è una sport che nel tempo si è sempre rinnovato è proprio il calcio.
Alla fine sarà un successo. Si troverà la giusta sintesi per rendere mantenere questo gioco bello e divertente. Chissà magari si potrà introdurre la regole contro le perdite di tempo dei portieri ad esempio, per dirne una…
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Danbet,
scusa se te lo chiedo, ma ho notato che il tuo commento è l’editoriale (sebbene non riportato integralmente) del giornalista Tancredi Palmeri, scritto sul sito di calcio diretto da Michele Criscitiello. Pertanto, giacché l’hai pubblicato come tuo commento, cioè senza menzionare che trattasi di un commento altrui, tu sei Tancredi Palmeri? Sia chiaro, il mio non è un rimprovero ma solo curiosità, spero non indiscreta. 🙂
Per quanto mi riguarda mi va bene che le partite non siano tutte spettacolari, perché renderle tutte “belle” significherebbe diminuirne paradossalmente la bellezza.
Se tutte le donne fossero bellissime, nessuna sarebbe bellissima.
La mia opinione sui giovani la scrivo domani in un apposito post per dare modo anche a voi di concentrarvi su questo aspetto.
Esprimo anch’ io la mia opinione sull’ interessantissima questione prospettata da chi mi ha preceduto.
Non penso che per attrarre le nuove generazioni serva cambiare le regole del calcio, non è che il bambino o l’ adolescente è meno interessato perchè il portiere perde tempo o perchè la partita dura 90 minuti. Secondo il mio punto di vista c’ è stata nel corso degli anni una sostituzione concettuale nell’ approccio alle modalità di gioco, dagli inizi del nuovo millennio la potenza è andata sempre più a sovrapporsi, fino a spodestarla, alla tecnica e alla classe, la libertà espressiva del talento piano piano si è confusa con l’ ossessività dell’ organizzazione tattica e dei principi di gioco fino a che quest’ ultima si è gerarchizzata nel gradino più alto.
Insomma, quanto tempo è che non vediamo goal come quelli che faceva Del Piero o Roberto Baggio? Oppure quelli di Zidane o di Ronaldo “il fenomeno”? Personalmente mi sono innamorato del calcio proprio guardando Ronaldo e ciononostante sia tifoso del Milan per tradizione familiare. Si possono vedere sporadicamente e fanno notizia, una volta non dico che era la normalità ma quasi, tanto è vero che era stata coniata l’ espressione “goal alla Del Piero”. I campioni di oggi, dicevo, sono prevalentemente potenza, e vedi Mpabbe e Haaland che saranno probabilmente i futuri fenomeni del calcio mondiale. Ma lo stesso si può dire di Cristiano Ronaldo, che ovviamente ha una tecnica fuori dal comune, ma che in definitiva è un finalizzatore. Per Messi il discorso sarebbe più sofisticato per cui mi astengo in questa sede. Altro sintomo dell’ inaridimento dello “spettacolo” o della “poesia” del calcio la quasi ormai dipartita del ruolo di trequartista, quello più difficile in assoluto e in cui la potenza non serve a niente, infatti l’ ultimo davvero forte in questo ruolo è stato Kaka, ma era un trequartista molto atipico.
Ma questo è un discorso che trascende il calcio, nel tennis dopo Federer ci sono solo bombardieri, nel moto GP il “manico” di Valentino Rossi è stato sostituito da uno spagnolo che vince quasi esclusivamente quando la moto sta bene e fa il vuoto dietro, se deve fare bagarre è molto probabile che cada o che faccia cadere qualcuno.
Ma tornando al calcio, faccio un altro esempio di un calciatore tanto caro a Giulio, cioè Bernardeschi. E’ un calciatore potenzialmente fortissimo, ma a vederlo giocare non si direbbe, risalta più il suo aspetto che il suo gioco, a me fa anche un pò sorridere perchè sembra un ibrido tra un body builder e un influencer da fashion week. Per cui ancora potenza e soprattutto un imbrigliamento assurdo nei concetti di gioco che è palese non consentono al suo estro di esprimersi al 100%.
L’ Atalanta gioca bene a calcio? E’ vero, ma è l’ unica squadra, ed è l’ unica squadra in cui un giocatore di talento, Ilicic prima che scoppiasse, in effetti ha fatto vedere roba da stropicciarsi gli occhi ed in maniera continuativa per tutta la scorsa stagione.
Per cui si possono cambiare tutte le regole che vogliamo ma se dai settori giovanili non la smettono di tormentare i ragazzi con l’ organizzazione, con la tattica e con il potenziamento muscolare ad infinitum, il calcio rimarrà questo e anzi peggiorerà perchè ci sarà sempre più studio sui concetti di gioco, libri sulla tattica sempre più avanzati, tutto a soffocare il talento cristallino che è sempre stato il catalizzatore di attrazione.
Chiudo dicendo che l’ unica regola che cambierei è quella sul fuorigioco, come ho detto altre volte qui, nel senso che un goal non può essere annullato perchè un calciatore ha la sfortuna di avere il naso lungo o il 46 di scarpini. Questa è una riforma secondo me necessaria, anche per evitare quegli odiosi momenti durante il check che strozzano l’ urlo in gola.
Buongiorno a tutti.
E’ proprio il caso di dire: tanto tuonò, che non piovve !
Concordo pienamente con l’analisi di Danbet, sia per tutto ciò che ha scritto su Andrea Agnelli (l’essersi bruciato politicamente a livello internazionale e, al contempo, la sua intoccabilità in Italia), sia, soprattutto, il fatto che il calcio dovrebbe fare modifiche sostanziali a livello regolamentare (inclusa la durata), come prospettato anche da Giulio riguardo le perdite di tempo dei portieri.
Al riguardo, so che Giulio non sarà d’accordo, ma penso che, se ci si vuole adeguare ai gusti giovanili, è indispensabile introdurre una qualche regola che obblighi a concludere l’azione di gioco con un tiro entro un limite di tempo prestabilito, ad esempio 2 minuti, come avviene nella pallacanestro (ovviamente nella pallac. i limiti di tempo sono più ristretti), in modo da obbligare le squadre a creare più azioni di gioco; parimenti, anche io, come Danbet, penso che la durata delle partite sia eccessiva, rispetto ai reali momenti di “spettacolo”, che di solito riguardano quanto avviene nei pressi delle 2 aree di rigore, eccetto qualche giocata spettacolare in altre zone del campo. Capisco che sarebbe una rivoluzione epocale, tale da cambiare totalmente la natura di questo sport, ma, se si vogliono catturare i giovani, non vedo altra strada, altrimenti continueranno a preferire il calcio video-giocato e a seguire quello reale solo attraverso highlights.
In alternativa, se si riduce la durata delle partite, sarà inevitabile aumentarne ancor più il numero, per compensare la minor durata, che si tradurrebbe in minore spazio di trasmissione, all’interno del quale sono venduti gli spazi pubblicitari.
Buongiorno a tutti, ciao Giulio.
ieri ho indovinato il risultato esatto di Verona – Fiorentina.
Certamente il sistema calcio nel suo complesso non funziona, è arrivato il momento di cambiare le cose. Da tempo si parla di fair play finanziario e invece tutte le società di calcio sono indebitate, dov’è stato il controllo dell’Uefa? Troppo spreco di denaro, ingaggi troppo alti per giocatori mediocri.
Si potrebbe parlare tanto ma preferisco chiudere qua.
80% delle partite di calcio offrono uno spettacolo scadente.
Buongiorno a tutti!
Buongiorno Giulio, buongiorno a tutti.
Se vuoi una gufata sulla Super League non hai che da chiederlo.
Ah no, è cambiata la rotta.
Verona – Fiorentina 1 – 2 …. :-p
Mi sa che se continua così sarà una goleada della SuperLeague sul covid