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Lo ZeroVirgola: scuola, calcio, ministri

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Lo “ZeroVirgola”. Ogni tanto esce fuori qualcuno nel mondo della politica a dare i numeri e i due casi più celebri sono riconducibili al governo Conte.

Era il 27 febbraio 2020, quando malgrado la crescita esponenziale dei focolai, il ministro Di Maio minimizzava sul rischio del CoronaVirus dicendo che riguardava solo lo 0,089% dei comuni italiani.

Peccato che tra quei “pochi” comuni c’era una certa Milano che è il secondo comune più grande d’Italia con 1.400.000 milioni di persone e si trova nella regione più grande d’Italia con 10.000 milioni di abitanti.

In pratica un italiano su sei vive in Lombardia, e a quella data c’erano già 349 casi in quella regione, ma per Di Maio il problema era minimo era solo uno ZeroVirgola. Una miopia del governo Conte che è costata, e sta costando, cara all’Italia.

In questi giorni gli fa eco la sua collega nel M5S il ministro Azzolina che a quanto pare non ha imparato la lezione e parla di ZeroVirgola di contagiati tra gli studenti.

In particolare il 9 ottobre 2020 riferisce che i contagiati Covid dall’inizio dell’apertura della scuola (14 settembre) al 3 ottobre sono 2.348, pari allo 0,037% (zero virgola) ai quali si aggiunge il personale docente con 402 casi 0,059%.

I dati, secondo il ministro Azzolina, sono così bassi che “la scuola è un luogo più sicuro e protetto di altri” e in generale c’è una comunicazione che sostiene che non c’è relazione tra la riaperture delle scuole e l’aumento dei casi in Italia che sta portando di nuovo a molte limitazioni della libertà persone ed ad un lockdown 2 di fatto.

Come per il caso Di Maio, anche la Azzolina sta evidentemente facendo un uso improprio dello ZeroVirgola.

Analizziamo i numeri.

Quando Azzolina parla di ZeroVirgola lo fa mettendo in relazione il numero di contagiati con tutto l’universo degli studenti in Italia che sono circa 8,4 milioni.

Il dato invece che reputo più affidabile e corretto è mettere il numero di contagiati in relazione con i nuovi contagi che ci sono stati tra il 14 settembre e il 3 ottobre. Sono andato così a contarli:

Sono 34.998 in totale. Ora prendiamo i 2.348 studenti contagiati e sommiamo il personale docente (402) abbiamo 2.750 casi. Quale è la proporzione dei casi di scuola sul numero di nuovi contagiati del periodo?

La risposta è 7,85%. Sono tanti. Non pochi. Non ZeroVirgola.

Quindi il ministro Azzolina dovrebbe evitare di fare come Di Maio.

Non si possono sparare i numeri facendo la proporzione che più fa comodo, sia perché non è corretto, sia perché bisogna essere trasparenti con i cittadini italiani.

Non solo, se aggiungiamo anche i 144 operatori (personale non docente) infettati nel periodo e facciamo la proporzione non 2.750, ma con 2.894 la percentuale sale 8,26%.

Se consideriamo poi che solo pochi giorni prima di parlare dello 0,037%, la Azzolina andava in giro a comunicare 0,021%, la crescita è veloce e giornaliera degli studenti in Italia.

Tra 0,021% e 0,037% stiamo parlando quasi del doppio in pochi giorni.

Sono sicuro che mentre sto scrivendo questo articolo la percentuale sia già aumentata e siamo al 10% e credo anche oltre.

Quindi altro che ZeroVirgola, stiamo parlando che 1 su 10 infetti viene dalle scuole e che questa percentuale sta crescendo.

Questo è il dato importante, è un fatto. Sentire ministri come Di Maio e Azzolina che quando parlano con il popolo italiano raccontano la favola dello ZeroVirgola la reputo una grave offesa e mancanza di rispetto.

Qui non è un problema di incompetenza, ma di trasparenza. Si pensa che gli italiani siano stupidi e che possano essere raggirati? Non credo. Molto più probabilmente questa classe politica è arrivata troppo rapidamente al potere e lo sta gestendo malissimo.

Mi stupisco di come anche i media, in particolare i giornalisti, non siano in grado di fare l’approfondimento che ho fatto io e dire quale sia la verità.

A questo punto il pensiero che ci possa essere stata una impennata dei contagi in Italia dopo la riaperture delle scuole ci deve essere. In questo caso non abbiamo la controprova, ma molti indizi.

Le scuole in Italia si sono aperte il 14 settembre, ma sono in molti ad aver fatto orari limitati e telelavoro soprattutto nelle prime due settimane.

Ad esempio so che alcuni pediatri hanno consigliato ai genitori di non mandare i proprio figli a scuola per le prime due settimane, quindi di fatto la scuola è iniziata ad andare a regime solo verso fine settembre.

Anche considerando però la data del 14 settembre e tenendo conto del periodo di incubazione, dobbiamo prendere in considerazione la data del 21 settembre, quando la carica virale è molto forte, fino al 28 settembre quando dopo due settimane è finita la fase critica.

Andiamo a vedere l’andamento dei nuovi contagi in Italia nel seguente grafico:

Alla data del 14 settembre i nuovi contagi erano 1.008 e si sono poi avuti dei picchi in prossimità delle date di cui ho parlato: 18 settembre con 1.907 casi e 26 settembre con 1.869 casi, salvo poi pochi giorni dopo arrivare ai 5.724 casi che supereranno ben presto il record di marzo di 6.557 e ormai si andrà molto probabilmente i 10.000 casi.

Quindi ripeto, ho il forte sospetto che ci sia stata una relazione tra la riapertura delle scuole e l’aumento dei contagi, ma questo è un dato che dovrebbero approfondire gli scienziati e magari qualche giornalista d’inchiesta.

Quello che invece è certo è che parlare di ZeroVirgola è sbagliato e fuorviante. La realtà è che mentre scrivo circa il 10% dei nuovi contagiati viene dalle scuole.

Per risolvere i problemi bisogna prima di tutto saperli analizzare e se nella testa del governo Conte si pensa che le scuole non stiano avendo nessun effetto sui contagi, allora sono fuori strada.

Il Virus non terminerà nel 2020 e nemmeno nel 2021, pertanto è necessario pensare sin da ora a modelli innovativi di formazione a distanza, possibilmente con software italiani e non made in USA o Cina.

La presenza fisica è importante certo, ma ora siamo in guerra ed è molto meglio fare una lezione da casa che in uno scantinato come sta facendo in Nagorno-Karabakh la popolazione di origine armena mentre è bombardata dall’Azerbaigian.

Dopotutto anche i nostri genitori e i nostri nonni hanno vissuto la guerra e i nostri bisnonni hanno anche vissuto l’epoca della influenza spagnola e all’epoca non c’era la possibilità di sedersi comodamente da casa e fare lezione: perché non sfruttarla ora?

Siamo così che vogliamo farci del male da soli andando a contagiarci in luoghi che possiamo evitare?

Passiamo al calcio e anche qui parliamo di numeri.

Come ho mostrato nell’articolo di ieri dove ho proposto la Serie Anticovid ci sono al momento 27 giocatori di Serie A infettati. Il numero totale di giocatori è 593, quindi la percentuale di giocatori è dello 4,55%. Dato interessante, ma non significativo in quanto quello che ci interessa è capire la loro percentuale sul numero di nuovi contagiati.

Ora andiamo a prendere i nuovi contagi nelle ultime 2 settimane:

Siamo a 61.742 nuovi contagi dal 27 settembre al 10 ottobre 2020.

Quindi il paradosso è questo per fare un calcolo corretto del numero di contagiati otteniamo 27 su 61.742 che corrisponde lo 0,00043% dei malati di covid.

L’incidenza quindi dei calciatori di Serie A rispetto agli studenti è abissale. Calciatori di Serie A 0,00043% mentre studenti 8,26%.

Il bello è che questo ZeroVirgola è reale e significativo a differenza di quelli della coppia Di Maio-Azzolina.

Nella mia mente ho studenti a casa, negozi e ristoranti aperti, partite di calcio e in generale sport in tv per intrattenere il popolo italiano durante questo periodo difficile.

Invito i giornalisti ad approfondire questi ZeroVirgola e non limitarsi a riproporre a pappardella quanto gli viene comunicato.

Buon ZeroVirgola a tutti.

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Giulio Giorgetti

Giulio Giorgetti è il fondatore e storico amministratore del sito QuoteScommesseCalcio.com dal 2008 e padre del Betting Exchange in Italia. Autore del libro Quote Scommesse Calcio, il più venduto sulle scommesse sportive. Creatore di Pronostico.it e della sua intelligenza artificiale. Noto per aver dimostrato di essere il miglior pronosticatore al mondo con l'87% di pronostici vincenti, adesso si dedica ad aiutare gli altri a raggiungere i suoi stessi traguardi.

5 commenti

  • Ciao Giulio,
    ho votato per l’area protetta, come ho già scritto ieri nel mio commento al tuo articolo di ieri.

    Riguardo l’articolo odierno, riporto qui il mio commento, che ho inserito anche nel sito Qscsport

    Anzitutto, come al solito, Complimentoni per la precisione nei dati e l’approfondimento nel leggerli.

    Il senso del tuo articolo di oggi, “Zero virgola”, cioè che la % di contagi nella scuola è bassissima, “0,0 etc %”, rispetto al totale del numeroso popolo scolastico, ma, essendo appunto calcolata su un numero di oltre 8 milioni di persone, è invece elevata in termini assoluti e perciò anche rispetto al totale dei nuovi contagiati nel periodo 14 settembre -3 ottobre, quindi ciò dimostra che l’apertura delle scuole ha inciso negativamente sul totale dei contagi, tale tua tesi è inoppugnabile.
    Viceversa i calciatori di serie A contagiati sono appena 27, numero irrisorio sulla % totale dei contagi in Italia.
    Dunque, se stiamo avendo un crescendo di contagi sul territorio nazionale non è certo colpa del calcio di serie A.

    Fin qui tutto ok.

    Però, se ci riferiamo alla serie A considerata nel suo interno, la questione cambia aspetto.
    Il fatto che il 4,55% dei calciatori di serie A sia contagiato, mentre in ambito scolastico la % di contagio è inferiore a 0,0, dimostra che in serie A, come ti dicevo anche ieri, le precauzioni non sono state osservate, soprattutto negli spogliatoi, come dimostra il mega-contagio del Genoa e, per fortuna con numeri minori, quello dell’Inter.
    Ieri il Corriere della Sera ha scritto che nello spogliatoio del centro sportivo del Genoa le docce non hanno vetri divisori e non ci sono finestre, cosa gravissima!
    il Genoa ha quasi certamente contagiato il Napoli, benché il doppio tampone pre Napoli-Genoa, successivo alla positività di Perin, avesse indicato tutti come negativi i calciatori recatisi a Napoli e ammalatisi progressivamente nella settimana successiva.
    Se il Napoli fosse andato a giocare con la Juventus, siamo sicuri non si sarebbe contagiato nessun calciatore della Juventus? Si fosse contagiato CR7, come l’avrebbero presa a Torino?

    Come ho già scritto ieri, il mio intento non è difendere il Napoli, di fare l’avvocato del diavolo non può interessarmene di meno, viceversa vorrei difendere il calcio, invitando tutti, come fai anche tu coi tuoi articoli quotidiani, a focalizzare il problema, che non è affatto un problema legale, cioè di semplice conflitto di competenza fra Asl e Protocolli di istituzioni calcistiche (Uefa, Figc etc), creato da un eventuale favore che l’Asl avrebbe concesso a De Laurentiis, grazie all’amicizia col governatore della Campania De Luca,
    bensì è un problema reale, concreto, medico, di reale diffusione del contagio che, come il caso Genoa e, in misura minore, Inter ci dimostra, non può esser prevenuto dallo svolgimento di più tamponi, se essi sono effettuati prima di 7-8 giorni rispetto a quando è individuato il primo caso di positività.

    Mi spiego ancor più chiaramente:
    ipotizziamo che il Napoli, per punizione, venga escluso dal campionato e che il potere di decidere se si gioca oppure no una partita sia demandato unicamente alla Federazione Gioco Calcio Italiana e sottratto all’Asl.
    Bene, ciò farebbe scomparire la circostanza fondamentale che sia al Genoa che all’Inter i calciatori sono risultati positivi anche a giorni di distanza rispetto al primo contagiato?! oltre al contagio portato da Bastoni dell’Inter all’interno dell’Under 21, con altri 3 calciatori + 1 membro dello staff contagiati?
    Inoltre, anche ammettendo che i contagi dei calciatori di una stessa squadra siano indipendenti fra loro, ad esempio che i 5 calciatori dell’Inter, risultati positivi in 3 tornate differenti (prima Bastoni e Skriniar, poi Gagliardini e Naingollan, infine Radu), non si siano infettati a vicenda, bensì ognuno abbia preso il virus per fatti propri, come Perin, quindi per frequentazioni extra-calcio, ciò comunque dimostra che o queste persone sono assai sfortunate o, più probabilmente, sono imprudenti.

    E non è solo un problema italiano.
    Un articolo del 7 ottobre del Daily Mail riporta che i manager della Premier league ormai sono rassegnati al fatto che i calciatori, nella vita privata, non osservino il distanziamento, come nel caso di Tammy Abraham, Jadon Sancho e Ben Chilwell beccati alla festa di compleanno di Abraham;
    una fonte al Mail ha dichiarato:“I giocatori si divertiranno sempre, lo sappiamo. L’onere di non farsi prendere è loro”.

    Dunque il senso del mio discorso è che, se vogliamo preservare la prosecuzione delle competizioni calcistiche di alto livello, sia nazionali che internazionali, è imprescindibile che le istituzioni calcistiche e i presidenti, piuttosto che dare la colpa alle autorità sanitarie (Asl o Governo dell’Islanda o chiunque sia) o al De Laurentiis di turno, facciamo mea culpa: la Juventus non è stata in grado di farsi obbedire dai suoi calciatori, 7 dei quali, Ronaldo in testa, hanno violato l’isolamento del J Hotel, dove sarebbero dovuti restare in attesa del secondo tampone, e parliamo della più importante società italiana, quella che, più delle altre, ha la fama di essere ferrea coi suoi calciatori, a differenza dell’Inter o delle squadre del centro-sud, come Roma e Napoli.
    Quindi, come tu hai scritto, o le società e, ancor di più, le istituzioni calcistiche riescono ad imporsi sugli atleti, come accade nella Nba e negli altri sport professionistici Usa, oppure rassegnamoci che il contagio si diffonderà, e , nel caso del calcio, non è solo questione di numeri, perché un conto è se si contagia Melegoni del Genoa, altra questione se si contagia Cristiano Ronaldo.

    • Buon zerovirgola anche te 😂. Ottimo approfondimento Giulio. Aggiungerei anche che l’apertura delle scuole provoca un notevole sovraffollamento dei mezzi pubblici che è un ambientino che piace molto al covid.

    • Buongiorno Giulio, tutto condivisibile. Anche se bisognerebbe vedere dove, quando e da chi sono stati contaggiati gli studenti. Non credo proprio, in ambito scolastico, sicuramente non la maggioranza.
      Io farei notare anche l’incongruenza con i numeri di persone ammesse negli spettacoli (concerti ed altri eventi) al chiuso: 200, dovunque. E qui non si parla neanche di %.
      Mi spiego meglio: in un qualsiasi teatro di provincia sono ammessi lo stesso numero di spettatori, 200 appunto, della Scala di Milano. Questa è vera follia.

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