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La conferenza stampa di Claudio Ranieri di ieri merita di essere vista per intero. Il nuovo tecnico della AS Roma è riuscito non solo a riaccendere la passione dei tifosi, ma anche a proteggere la proprietà nordamericana da una possibile ribellione della piazza.
In una settimana segnata dall’uscita de Il Gladiatore 2, dove i romani vengono descritti come disperati morti di fame comandati da due gemelli folli, Claudio Ranieri si erge come vero simbolo di romanità e italianità.
Ranieri incarna intelligenza, classe, ma anche quella passione per il calcio e per la città che, al momento, sembra mancare ai Friedkin. Forse è solo questione di tempo, forse prima o poi capiranno cosa significa vivere in Italia, a Roma. Per ora, tuttavia, sembrano alieni incapaci di integrarsi con i tifosi.
Prendiamo ad esempio il caso di Ghisolfi. Ma che ci sta a fare lì? Sembra un pesce fuor d’acqua, già pronto per essere gettato sulla griglia dai tifosi. Il problema non è la lingua, buon per lui che parli la sua lingua madre, ma i risultati. Ghisolfi sembra costantemente in difficoltà. Ieri, Claudio, con il garbo di un buon padre di famiglia, lo ha salvato da domande difficili, ma nel farlo ha anche sottolineato, indirettamente, la sua inadeguatezza. È evidente che Ghisolfi sia una persona capace, o almeno così pare a chi sa leggere tra le righe, ma i tifosi lo stanno massacrando. E allora sorge spontanea la domanda: “Ma che ci sta a fare lì?”
I numeri, freddi come i Friedkin, probabilmente fanno parte di un disegno più grande. Ormai mezza Serie A è nelle mani di presidenti statunitensi. Agli USA non gli bastava il controllo militare, geopolitico e tecnologico dell’Italia; hanno voluto conquistare anche il calcio. L’ultimo giocattolo rimasto.
E così Ranieri si ritrova in un calcio lontano anni luce dalla quello passionale dei vari Giannini, Totti e De Rossi. Questo non è il calcio del cuore, ma quello dei soldi, degli interessi, dei salotti, della politica e della geopolitica.
Il calcio, alla fine, è lo specchio dell’Italia: sempre più decadente, sempre più subordinato a potenze straniere che arrivano, fanno il proprio comodo e se ne vanno, con la complicità di una classe politica inerme, se non corrotta.
Eppure, Ranieri riesce a bilanciare il calcio bello con l’oscenità del calcio moderno. Con la sua eleganza e positività, è un uomo vero. Claudio Ranieri ha appena iniziato il suo nuovo viaggio alla guida della Roma, ma, a modo suo, ha già vinto.
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