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Juve-Napoli: Serie A a rischio per 3 anni

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Care amiche e cari amici del Popolo QSC, buon martedì 6 ottobre 2020.

Si sta avverando tutto ciò di cui avevo parlato in diretta sul mio canale YouTube la mattina di domenica 4 ottobre: Juve-Napoli rischia di uccidere la Serie A, e in generale tutto lo sport (non solo il calcio) in Italia per 2 o 3 anni.

Nello sport, così come nella vita, è necessaria la presenza di regole.

Le regole servono, come dice la parola stessa, a “regolare” un comportamento. Ad avere le idee chiare.

Viviamo in un momento speciale della nostra vita, in questa emergenza sanitaria dovuta al CoronaVirus che ho definito una guerra-non-guerra.

La vita deve andare avanti, non si può bloccare di nuovo l’Italia in un nuovo lockdown e questo vale per tutti i settori: dall’economia alla formazione, dallo sport alla vita sociale.

Servono però regole, chiare e precise e queste, almeno nel calcio, esistono.

Lo sport è una vera e propria industria come lo sono molte altre. Genera posti di lavoro, finanzia le casse dello Stato e ha una funzione sociale importantissima.

Questo concetto lo sto ribadendo da molto tempo, sin da quando c’è stato il primo blocco totale dell’Italia.

Se c’è una cosa che dovrebbe continuare è proprio la Serie A.

Dare la possibilità ai cittadini italiani, in un momento così difficile per il nostro Paese, di rilassarsi e vedere una partita del massimo campionato italiano lo reputo fondamentale.

Il governo Conte sta di fatto portandoci ad un nuovo lockdown, anche se dice il contrario. Le limitazioni della nostra liberà personale sono tante, come ad esempio l’obbligo della mascherina anche all’aperto e anche se la persona più vicina ci sta a 100 metri di distanza è solo un primo indicatore di quello che succederà nelle prossime settimane.

Proprio in queste ore, sono arrivate anticipazioni da parte della stampa che avvisano l’introduzione di nuove limitazioni, come ad esempio la chiusura anticipata di locali e l’attivazione del cosiddetto “coprifuoco”.

Poi è arrivato un passo indietro del governo che dice che le indiscrezioni dei giornalisti non erano reali. Non ci credo. I giornalisti sanno fare bene il loro lavoro e la mia sensazione è che il coprifuoco è solo rinviato.

Quindi se io fossi il presidente del consiglio, a differenza di Conte, sarei molto chiaro con gli italiani e direi subito quali saranno le misure che verranno adottate. Senza improvvisare. Ma questo è un altro punto.

Il problema principale è che già adesso siamo in un lockdown mascherato da libertà e che nei prossimi mesi andrà sempre peggio. Non dipende da nessuno, dipende da un virus che deve essere debellato.

Torniamo però al calcio. Perché dico che è fondamentale? Perché può servire da ammortizzatore sociale.

Gli italiani dovranno stare sempre di più protetti a casa e il mio pensiero è che se c’è la possibilità di vedere un Juventus-Napoli, oppure un Inter-Atalanta, un Lazio-Roma, ma anche un Verona-Spezia può essere utile per intrattenere le persone.

Avere il campionato di calcio aperto non solo muove tanti soldi che fanno bene all’Italia, ma diventa un sano passatempo.

Siamo una nazione che ama lo sport, dall’atletica al tennis, dal paddle al calcio. Di sicuro la Serie A è il campionato più seguito e più popolare, quello a cui ogni bambino ambisce da piccolo.

Chi vorrebbe seguire le orme di Baggio, Totti e Ronaldo e scendere sul prato verde di un campo di Serie A? Tutti. In Italia nasciamo con un pallone tra i piedi.

Sognare, divertirsi, rilassarsi, emozionarsi con la passione per il calcio e la Serie A è qualcosa di cui noi italiani abbiamo bisogno.

Eppure, la vicenda Juventus-Napoli rischia di bloccare il campionato fino a che non sarà debellato il CoronaVirus.

Si tratta di un dato di fatto: se il Napoli crea il precedente del rinvio della partita, allora non si riuscirà più a giocare. Saltano i protocolli, saltano le regole, si entra nell’anarchia e a quel punto addio calcio italiano.

O meglio, addio sport italiano, a tutti i livelli.

Siamo sicuri che vogliamo arrivare a questa situazione? Mi domando se il presidente De Laurentiis abbia capito questo punto o se magari l’astio sportivo per la Juventus non lo stia portando sulla cattiva strada.

Continuare ad accanirsi per Juve-Napoli porterà solo alla destabilizzazione del sistema e alla sua morte temporanea.

La decisione del giudice sportivo era prevista per oggi. Ora già si parla di spostamento al weekend o prossima settimana. Già si parla di ricorsi sportivi e, forse, anche nell’ambito della giustizia ordinaria.

Mi domando, è così difficile capire che così facendo si va verso la chiusura della Serie A e dello sport generale in Italia?

Aspettare che finisca l’emergenza Covid prima di ripartire con lo sport italiano significa che per almeno tre stagioni le squadre italiane non faranno né la Serie A, né la Champions League, né l’Europa League.

Non solo, a questo punto per lo stesso motivo salterà la presenza dell’Italia agli Europei 2020 la cui partita di esordio è prevista estate 2021 allo Stadio Olimpico. Se il campionato di Serie A sarà bloccato o l’Italia non si presenterà oppure scenderanno in campo dei giocatori non allenati. In ogni caso sarà un fallimento.

Bloccare la Serie A per il 2020-2021, significa bloccarla anche per la stagione 2021-2022 poiché la vaccinazione di massa non riuscirà ad esserci prima di fine 2021 e inizio 2022.

Pertanto se Juventus-Napoli crea il precedente e porta di fatto alla chiusura dello sport italiano, la prima stagione utile per tornare a giocare è forse la 2022-2023.

Quindi rischiamo di avere un campionato bloccato per 2 o 3 anni: è questo che vogliamo? Siamo sicuri?

Ci sono presidenti di Serie A, tra cui lo stesso presidente del Napoli, che hanno investito decine di milioni di euro per dei giocatori. I 70 milioni per Osimhenandranno in fumo se non si giocherà per diversi anni.

Per non parlare delle implicazioni economico-finanziarie e quelli sociali di un eventuale blocco dello sport in Italia.

C’è poi un altro aspetto da considerare.

Se blocchiamo lo sport italiano professionistico dove ci sono atleti che sono monitorati ogni giorno, pensiamo a cosa succederà a quello semi-professionistico e a quello amatoriale.

Verrà distrutti pure loro perché se non si riesce a far giocare un calciatore di Serie A che ha uno staff medico che lo segue dalla mattina alla sera, come possiamo aprire alle serie minori e allo sport amatoriale?

Rischiamo concretamente di tornare a vedere lo sport italiano nel 2022 o nel 2023 se non si risolverà subito la questione Juventus-Napoli. La cosa migliore è rispettare il protocollo, confermare il 3-0 a tavolino senza nessun ricorso.

Siamo un tempo di guerra e servono delle azioni coraggiose, servono degli esempi, dei modelli.

Non sapere vedere oltre il proprio naso, non saper pensare al futuro è proprio quello che è stato fatto sinora ed ora di smetterla.

Serve programmazione, servono regole certe, serve pensare nell’interesse dell’Italia e dei suoi cittadini.

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Giulio Giorgetti

Giulio Giorgetti è il fondatore e storico amministratore del sito QuoteScommesseCalcio.com dal 2008 e padre del Betting Exchange in Italia. Autore del libro Quote Scommesse Calcio, il più venduto sulle scommesse sportive. Creatore di Pronostico.it e della sua intelligenza artificiale. Noto per aver dimostrato di essere il miglior pronosticatore al mondo con l'87% di pronostici vincenti, adesso si dedica ad aiutare gli altri a raggiungere i suoi stessi traguardi.

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